di Mimmo Leonetti
La storia si ripete. La radiazione di Fera e dei suoi seguaci da parte del Grande Oriente d’Italia consumò la più grave scissione di tutta la storia dell’Istituzione (almeno fino ad oggi), che non venne più ricomposta.
La promulgazione del Decreto odierno è di una gravità inaudita, che mina le basi di qualsiasi ragione logica e che impedisce, altresì, la libera circolazione delle idee libero muratorie, invadendo pure la sfera privata e personale.

Difatti, impedire ad un libero cittadino di incontrare, anche privatamente, un altro Fratello, solo perché appartenente ad altra associazione massonica è anticostituzionale. Altro problema è che il Decreto n. 10/AS del 13 giugno, emanato dal Gran Maestro Antonio Seminario, afferma: “Sono sospesi (…) tutti i rapporti con il Rito Scozzese Antico ed Accettato“, senza indicare “per la Giurisdizione Massonica Italiana“. Significa che il GOI ha interrotto i rapporti con tutti i Riti Scozzesi del mondo!
La Massoneria che non c’è, tra silenzi e ombre, questo potrebbe essere il titolo che meglio definisce gli ultimi sviluppi.
I simboli della Massoneria trovano significato nello stare insieme, nell’amore Fraterno, nella sottomissione alle leggi e nell rispetto per l’Autorità Costituita. Nessun giallo né riapparizione, fantasmi di un passato condannato dalla storia.
In un mondo spesso soggiogato dall’odio e dalla segregazione, l’appartenenza a un’organizzazione capace di unire uomini di tutte le religioni, colori e persino accenti è più che mai attuale. Costruzione di una sana Fratellanza scevra da ideologie e fondata sulla crescita dell’uomo e della sua spiritualità: questo rende gli uomini realmente sovrani come è scritto nella Carta.
Costruire il tempio della convivenza vuol dire, per le sorelle e i fratelli aderenti ai principi e ai valori massonici, operare per ricucire il logoro tessuto di un corpo collettivo che ha smarrito la dimensione spirituale, unico terreno dove le cose hanno un senso, ridando fiato al “principio speranza” enunciato dal grande pensatore Ernst Bloch.
“Chi non spera quello che non sembra sperabile, non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada” Eraclito
Oggi, tutto manca di principi morali; ma quando questi mancano non può esistere Massoneria. Non si tratta, quindi, di un semplice dissidio su idealità politiche diverse – come affermano i giornali che si approcciano da profani all’argomento– ma di vera lotta di principi dalla quale dipende l’avvenire della Massoneria italiana.
Il nostro Supremo Consiglio, seguito da quasi tutta la Massoneria Scozzese in Italia, non può consentire che sia discusso, e quindi revocato in dubbio, il suo buon diritto alla esclusiva rappresentanza del Rito Scozzese in tutto il Paese, senza offendere, oltreché la sua stessa ragione d’essere e la sua dignità, anche l’unanime sentimento dei Massoni Italiani.
Il 13 giugno è scoppiata una bomba che farà storia. Il GOI dimentica, o fa finta di dimenticare!
Il Grande Oriente d’Italia, così fondato, venne installato ritualmente il 20 giugno 1805 dagli stessi fondatori del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato. I tre Gradi cosiddetti “Simbolici”, nell’iter iniziatico massonico, costituiscono il fondamento della Libera Muratoria. Il Rito Scozzese Antico ed Accettato, sulla loro base, erige la sua sovrastruttura; una “sovrastruttura” che e si definisce Piramide Rituale. In essa, lavorando alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, il Maestro Massone, attraverso tutta la trafila dei suoi Gradi, dal IV al XXXIII, ha modo di operare una più profonda interpretazione (e comprensione) dei Simboli, ed una maggiore illuminazione che lo sprona nella ricerca della Verità. Senza questa continua ricerca, di nuovo, la Massoneria non esisterebbe.
Lo scopo del Rito Scozzese Antico e Accettato è quello di ricercare ciò che vi è di più nobile nel mondo, cioè di onorare la dignità di ogni persona, esaltare il lato umano delle attività quotidiane e offrire il massimo servizio all’Umanità.
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Cerchiamo però di essere sinceri con noi stessi: esaminiamo, caso per caso, se a muoverci è l’egoismo e l’attaccamento al nostro criterio che aggredisce, o intimidisce, o emargina chi non si adegua al suo esercizio, al suo racconto, ai suoi metodi, oppure è l’amore alla verità Quando le nostre idee personali ci dividono dagli altri, quando ci portano a rompere la comunione con i nostri fratelli.