Caso “Locandine elettorali”, ci scrive un presunto difensore dell’incolpato: «Atti omissivi del Tesoriere, il Gran Maestro ha capito e il Tribunale archivierà!». Caso “Bovio”: la Giunta sarda ascolta il colpevole. al termine dell’audizione l’Oratore De Riso confessa tutti i suoi timori. LE protezioni sono fortissime, ma…
Putroppo non sono buone, le notizie che provengono dalla Sardegna. Intanto perché, fossero vere le informazioni che ci ha voluto confidare, in maniera anonima, un utente, il Caso “Locandine elettorali” avrebbe già trovato la sua soluzione senza neppure essere approfondito, confermando sempre più i timori di una giustizia massonica asservita alle ragioni del più forte. Poi perché, anche tra i resistenti, c’è chi di fronte alle più alte coperture offerte dai vertici romani sul Caso Bovio vorrebbe marcare visita, segnatamente l’Oratore sardo Vittorio De Riso. Il quale, preso dalla paura di firmare quella che appare come una doverosa (quanto tardiva) Tavola d’Accusa, avrebbe invece proposto una soluzione intermedia.
Ma andiamo con ordine. Intanto gli aggiornamenti sul Caso “Locandine elettorali”.

Per il “difensore” anonimo del Fratello accusato, quest’ultimo sarebbe totalmente estraneo all’accusa imputatagli. Prima di tutto per l’esiguo importo oggetto della contestazione: 600,00 euro che in ogni momento egli sarebbe in grado di rifondere alla Cassa collegiale, con tanto di interessi legali nel frattempo maturati. In secondo luogo la confusione fatta dalla Ditta fornitrice, cui sarebbe stato chiesto verbalmente di tenere separate le due partite di fornitura (schede elettorali da una parte, e materiale di lista dall’altra), quando invece è stato posto tutto assieme nel conteggio. In terzo luogo la responsabilità omissiva dell’allora Tesoriere, che avrebbe pagato alla Ditta fornitrice una Fattura palesemente non in linea con quanto richiesto dal Segretario facente funzione, senza prendersi la briga di effettuare un rapido controllo; un controllo che, a detta del “difensore”, avrebbe evitato il papocchio. Quarto punto, proprio il “papocchio”: cioè la volontà del Presidente Solinas di utilizzare la questione con diversi mesi di ritardo (la notizia della presunta colpa massonica, infatti, è stata acquisita a gennaio) al fine di mascherare, con tale azione, la Tavola d’Accusa ricevuta dal Gran Maestro Antonio Seminario in persona, firmata da tre prestanome sardi, in cui si contestano al Presidente varie incolpazioni massoniche, tutte meritevoli (fossero vere e dimostrabili, particolare non da poco) di espulsione.
Ricordiamo che la Tavola d’Accusa sulle “Locandine elettorali”, con tutti gli allegati, è stata pubblicata (e poi subito ritirata) dal Canale Telegram Libero Muratore Channel, ad opera del fantomatico “Circolo Giolittiano Salvatore Parpaglia” di Oristano, rifacentesi ai veri “Giusti” della Massoneria azionista dei primi del secolo scorso…
Il “difensore” anonimo conclude informandoci che il Gran Maestro avrebbe compreso l’errore veniale, di pura dimenticanza, commesso dell’incolpato; in assenza di qualsiasi azione – da parte di chi di competenza – volta a rammentargli… che c’era una Fattura da saldare. E che, inoltre, sempre il Gran Maestro, avrebbe espresso parole durissime riguardo al comportamento anti-massonico di Solinas, il quale, annunciando con enfasi il suo “contrattacco” ai danni di uno dei tre prestanome della Tavola d’Accusa indirizzatagli, non avrebbe ottemperato al sacrosanto dovere di mettersi a squadra, come da disciplinare massonico, cioè a 90° di fronte al “potere di Roma”.
Il “difensore”, da ultimo, ha puntualizzato che il Tribunale circoscrizionale sardo sicuramente archivierà la pratica. Amen
Il Caso Bovio

Due giorni addietro è stato ufficialmente audito, dalla Giunta sarda, il maggior responsabile delle famigerate vignette denigratorie rivolte a Giovanni Bovio, Giuseppe Mazzini e Sergio Mattarella. Il personaggio ha candidamente confidato agli astanti di ritenere definitivamente chiusa ogni questione massonica, in quanto si sarebbe scusato, a suo tempo e verbalmente, per le scellerataggini, con il precedente Presidente del Collegio sardo e con l’ex Segretario collegiale (lo stesso soggetto del Caso “Locandine elettorali”). Inoltre, ha dichiarato di aver ricevuto il “perdono” direttamente dalle labbra dell’ex Grande Oratore, oggi Gran Maestro onorario.
Forse, è stata quest’ultima circostanza a far tremare i polsi al colonnello De Riso, che seppur valoroso… alla fine chi glielo fa fare a crearsi inimicizie tanto potenti?
Così, almeno ad oggi, la Tavola d’Accusa sul Caso Bovio, in precedenza spacciata come sicura, vacilla incagliata. Insomma… anche i colonnelli tengono famiglia.

De Riso, tuttavia, da galantuomo, ha proposto una soluzione di compromesso, che sono in molti a ritenere accettabile: scrivere una bella, ordinata e formale lettera di scuse (affidata alle mani sapienti di qualche “acculturato”), facendola poi firmare al colpevole, per la successiva diffusione a tutte le Logge della Circoscrizione sarda, nonché per la divulgazione attraverso i media (con l’ovvia omissione del nome del reo pentito).
Ad avviso della Redazione di liberomuratore.com l’idea del colonnello De Riso non è strampalata. In quanto gli permetterebbe di non perdere l’esimio saluto di colui che oggi riveste la carica di Gran Maestro onorario e fu Grande Oratore (che è sempre un qualcosa di bello, di piacevole e di profittevole), nondimeno di chiudere definitivamente una vicenda, quella dell'”Affaire Bovio”, che continua a costituire uno dei fatti più biasimevoli che abbiano mai coinvolto la Massoneria sarda.
Un fatto che vede ancora oggi, dopo quattro lunghi anni, impunito il suo maggior responsabile. Nonostante ogni tipo di appello al senno (che evidentemente cede, e cede rovinosamente, di fronte alle piccole e meschine convenienze individuali).