Il Tribunale Civile di Roma ha emesso il suo Decreto esecutivo. sette fratelli messinesi ottengono «la consegna immediata» della copia conforme del Decreto di proclamazione del Gran Maestro e della Delibera del suo insediamento. Tutto materiale finora coperto dal più stretto riserbo
Era una delle due PEC deliberate nel corso della riunione del 21 aprile a Roma, presenti i plenipotenziari regionali della Lista “Noi Insieme”. Inviate al Tribunale civile due giorni dopo.
La prima, come già notiziato, aveva ad oggetto il blocco della riapertura delle urne elettorali, ciò che avrebbe permesso al “fratello” perugino Ruggero Stincardini, portavoce di Leo Taroni presso il Comitato Elettorale Nazionale, di far deflagrare la tanto attesa “bomba” nel corso dell’ultima riunione del C.E.N. del 21 giugno scorso (un “ordigno” poi rimasto inesploso, tanto che anche l’avv. Stincardini se n’era pure restato a Perugia). L’altra, su iniziativa di sette fratelli messinesi (sei appartenenti alla Loggia “La Ragione” e uno alla Loggia “Minolfi“), era invece volta ad ottenere quanto finora coperto dal “Vascello”, cioè la copia conforme del Decreto di proclamazione del Gran Maestro e la Delibera del suo insediamento. Stavolta, però, la “bomba” è deflagrata davvero (si fa per dire).
Il giornalista del Sole24Ore Roberto Galullo ne ha dato per primo la notizia, chiosando come la parte più interessante della faccenda, cioè i verbali del C.E.N. di attribuzione della cifra elettorale per ciascuna delle Liste in lizza, e della cifra elettorale relativa all’elezione del Gran Maestro (sempre più sub iudice) Antonio Seminario, saranno richiesti in corso di giudizio.
Tempi lunghi
Insomma, sembra l’avvio di un iter dall’esito quantomai incerto. Unica certezza, almeno per ora, la proposizione, da parte dei sette “fratelli”, di una nuova domanda all’autorità giudiziaria, nella quale saranno chiesti, anche in via cautelare, tutti i verbali di interesse dei ricorrenti. Compresi quelli riguardanti gli spinosi casi di Enna e Palermo.
Mentre in Calabria, infatti, i verbali, le schede scrutinate e gli esiti precisissimi del voto regionale viaggiavano per il territorio per effetto di entaglement quantistico, in Sicilia – unica regione a godere di tempistiche regolamentari tratte direttamente dalle famose genealogie bibliche – i pacchi giungevano a destinazione (la sede regionale del G.O.I.) con pesanti ritardi, come nel caso di Enna (due ore fuori tempo massimo), o con profili dubbi, come nella fattispecie di Palermo, in cui i votanti sono risultati superiori agli stessi aventi diritto al voto.

Il diniego del G.O.I.
Un fatto è certo, la Gran Segreteria del Grande Oriente d’Italia non ha fatto i salti mortali per esaudire la richiesta che i sette “fratelli” avevano dapprima avanzato in via bonaria. «In conformità alla normativa vigente in materia, si prega di voler precisare le ragioni sottostanti la richiesta», era stata questa la risposta. Per i messinesi, tutavia, il diritto vantato dai singoli associati non può essere sottoposto a presunte “ragioni da doversi giustificare”, così hanno insistito e il giudice civile gli ha dato ragione.
Così il Decreto è stato notificato al “Vascello” nella giornata di ieri, ed ora il G.O.I. avrà dieci giorni di tempo per consegnare gli atti in copia conforme.
Se la consegna dovesse essere ritardata, entrerebe in scena l’Ufficiale giudiziario. Non è immaginabile, a quel punto, che il Grande Oriente d’Italia tergiversi ancora.
Intanto…
Nel mezzo del guado iniziano a prendere corpo riflessioni molto serie sul destino dell’Ordine massonico più importante e numeroso del nostro Paese.
Cadesse la Sicilia, infatti, con il relativo annullamento di tutti i voti della Circoscrizione, sarebbe del tutto evidente che il Gran Maestro non potrebbe più continuare ad essere il calabrese Antonio Seminario. Questo anche conteggiando, a suo favore, le famigerate schede votate con annesso “tagliandino” antifrode e la contestuale caduta del voto ligure per i fatti di Albenga.
Di fatto, però, neppure Leo Taroni potrebbe ambire a sedersi sullo scranno più alto, in un tale guazzabuglio giuridico, fatto di corsi e controricorsi giuridici interminabili. A quel punto l’ipotesi più probabile sarebbe il commissariamento, per gestire una nuova tornata elettorale.
Esito che, come ci ha confidato l’ex Gran Maestro Giuliano Di Bernardo, avrebbe un contraccolpo sicuro: la revoca dei riconoscimenti a pioggia, per il Grande Oriente d’Italia, da tutto il mondo massonico conosciuto.
Un bel problema.
1 commento
Come il mugnaio Arnold di Sans-Souci osiamo auspicare e ripetere.