Mentre il Tribunale di Roma indirizza al Vascello la seconda curatela giudiziaria nello spazio di poche settimane, il sedicente “Gran Maestro” Stefano Bisi si impegna nella firma di revoche tarocche di altrettanti titoli farlocchi. Intanto dai Canali Telegram massonici arriva la richiesta all’avv. Raffaele Cappiello: “Dacci al più presto un Amministratore giudiziario!”
Come sta scritto su una vignetta de “Le migliori frasi di Osho“, pubblicata da Notizie massoniche italiane: «E due!». Il 5 dicembre 2024, infatti, il Tribunale di Roma ha nuovamente disposto la nomina dell’avv. Raffaele Cappiello come curatore speciale del Grande Oriente d’Italia, stavolta nell’ambito del procedimento R.G. 48281/2024, che vede il Rito Scozzese Antico ed Accettato contrapposto al G.O.I., dopo che l’identica misura cautelare era già stata disposta nel giudizio promosso contro Bisi & C. dai ribelli “fratelli” messinesi.

Il giudice, ancora una volta, ha rilevato il disposto dell’art. 78 del Codice di Procedura Civile:
“Se manca la persona a cui spetta la rappresentanza o l’assistenza, e vi sono ragioni d’urgenza, può essere nominato all’incapace, alla persona giuridica o all’associazione non riconosciuta [36 c.c.] un curatore speciale che li rappresenti o assista finché subentri colui al quale spetta la rappresentanza o l’assistenza.“
Siccome le parole hanno un senso, l’articolo di legge non lascia spazio a dubbi: vuoi perché esiste un conflitto di interessi, vuoi perché il mandato degli attuali vertici romani è compromesso, il Grande Oriente d’Italia non ha più un valido Rappresentante legale, checchè ne dica il negazionismo ad oltranza della fervida fantasia lealista.
Bisi preoccupato? Manco per niente! Ieri sera, infatti, è piombata come una “bomba” (si fa per dire) nientemeno che la revoca dal “titolo” di “Garante d’Amicizia Ad Honorem” al “fratello” Angelo Laurella, della R.L. “Libertà” n. 1045 all’Oriente di Biella: “Viste le ripetute offese da te rivolte alla comunione e ai suoi vertici”.

Le “ripetute offese” si concretizzerebbero, nientemeno, nell’aver il “fratello” sostenuto quello che ormai affermano – in coro unanime – i giudici civili italiani: il difetto di rappresentanza del sedicente Gran Maestro e dei suoi sodali nell’ingloriosa impresa dell’occupazione abusiva di Villa il Vascello, contorata da improbabili – e improponibili – convocazioni del Consiglio dell’Ordine (o meglio: di quel che ne resta).
L’insurrezione
La notizia che al Vascello si trovasse il tempo per baloccarsci con le scempiaggini, soprattutto in un momento così delicato, ha fatto insorgere la comunità massonica digitale, che con ironia ha preso di mira sia il florilegio delle sempre più variopinte cariche farlocche all’interno dell’obbedienza (giudicate da reparto psichiatrico più che da Ordine iniziatico), sia il totale scollegamento con la realtà del sedicente Gran Maestro Stefano Bisi, che utilizza ancora, non si sa bene a quale titolo, la carta intestata del G.O.I., peraltro (e questo giustamente) non firmandosi più “Gran Maestro” (ma allora cos’è? Gran Cappellaio?).
Così, sui Canali Telegram massonici è ormai un continuo domandarsi degli affiliati circa la sorte del patrimonio mobiliare e immobiliare targato G.O.I., e c’è chi a gran voce ha voluto richiamare il “doppio” curatore speciale avv. Raffaele Cappiello ad un atto di responsabilità, sollecitandone la decisione di proporre al giudice civile un vero e proprio Amministratore giudiziario, che metta al sicuro l’Associazione non riconosciuta Grande Oriente d’Italia da possibili colpi di mano (e di testa) di chi oggi ne siede al comando, in maniera che appare sempre più abusiva.
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LAURELLA O LANGELLA ‘