Giornata epocale per il Grande Oriente d’Italia, per la prima volta nella storia l’ordinamento massonico della più importante e numerosa Obbedienza nazionale riconosce come “colpa” e “tradimento agli ideali” i reati di associazione e favoreggiamento mafioso. Antonio Seminario, con al suo fianco l’avvocato Luigi Trudu (Presidente del Collegio sardo) e il medico Raffaele Sechi (candidato Secondo Sorvegliante) entra nella storia, e per alcuni nella leggenda della Massoneria italiana. E Adesso c’è chi giura che tutto sia pronto per il dialogo con il Gran Maestro ultralegalitario della Gran Loggia Regolare d’Italia Fabio Venzi
Non succede… ma se succede! E alla fine è successo. Erano da poco passate le 19:00 quando a Palazzo Racugno, sede storica del GOI cagliaritano, il candidato Gran Maestro Antonio Seminario nomina l’innominabile. Il nome che da settimane agitava i sonni della Giunta uscente del GOI: Alfonso Tumbarello, dal 10 dicembre condannato in primo grado a Marsala per la protezione da lui fornita al superboss latitante Matteo Messina Denaro. Uno che acconsentì allo scioglimento nell’acido del quindicenne Giuseppe Di Matteo, dopo 779 giorni di prigionia, e fu mandante delle efferate stragi di Capaci e Via d’Amelio, in cui persero la vita i magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme agli uomini e alle donne delle loro scorte.

15 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, tre di libertà vigilata come soggetto pericoloso, interdizione di 5 anni dalla professione medica, falso ideologico… e chi più ne ha più ne metta. Non abbastanza per il Grande Oratore sardo Michele Pietrangeli, che ha tentato di difendere fino all’ultimo il “credo” bisiano nel “garantismo trascendentale”, una posizione ormai superata nell’animo dello stesso Gran Maestro uscente, che nel corso di una telefonata, avvenuta nei giorni scorsi, aveva già concordato con Seminario la nuova linea tracciata dal rossanese: “Basta reticenze, è ora di agire! La misura è colma”.
Così Seminario ha provato, durante la giornata appena trascorsa, a convincere ancora una volta Michele Pietrangeli sulla necessità della Tavola d’accusa al medico mafioso Tumbarello, ma l’anziano Grande Oratore non ne ha voluto sapere: “cambiare l’interpretazione dell’art. 187 sarebbe un atto politico, ed io considero la mia esperienza conclusa”. Incassato il diniego dell’anziano affiliato, Seminario non avrebbe fatto una piega. Nella sua valigetta aveva già preparata la “cura”.

Il coup de théâtre arriva in tarda serata, di fronte ad un nutrito gruppo di “fratelli” sardi va in scena uno show del tutto inaspettato: “Reati gravissimi e Tradimento degli ideali della Libera muratoria, non potevamo più stare a guardare. Ho dato incarico all’Oratore collegiale competente di elevare Tavola d’accusa nei confronti di Alfonso Tumbarello. Il provvedimento massonico sarà recapitato in carcere, o dove egli si verrà a trovare, e poi verrà sospeso fino alla sentenza definitiva, come previsto dall’art. 187 del Regolamento e dal criterio interpretativo regolamentare del garantismo relativo”.
È la prima volta che la giustizia massonica recepisce al suo interno un articolo del codice penale italiano sui reati di Mafia (precisamente il 416-bis). Ed è anche la prima volta che un Gran Maestro prende una posizione così netta e inequivocabile contro un “fratello” vicino a Cosa Nostra. È un cambio così radicale che dovrà certamente essere metabolizzato.
Per ora c’è una sola certezza: Antonio Seminario, con questa forte presa di posizione, si prepara a guidare il Grande Oriente d’Italia in un territorio del tutto inesplorato, quello della convinta scelta legalitaria. Una decisione che non potrà non avere ripercussioni e conseguenze, soprattutto in ambiti territoriali particolarmente “difficili”, ma che chiama tutti i massoni italiani ad una ineludibile scelta di campo. E il campo stavolta non può essere che quello di Antonio Seminario, che senza dichiararlo apertamente si è schierato anche dalla parte del suo omologo Fabio Venzi, ultralegalitario Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia.

Da stasera la Massoneria italiana, quella regolare e riconosciuta, gioca quindi tutta insieme la stessa partita, per i valori repubblicani e massonici della lealtà alle Istituzioni democratiche del nostro paese, e per i valori imprescindibili della dignità umana.
Se l’Etica di Seminario è quella della “testimonianza”, stasera a Cagliari il prossimo Gran Maestro del GOI ha testimoniato un radicale cambio di rotta. Una decisa virata che forse è già leggenda.