Su richiesta della Redazione del Canale Telegram Notizie massoniche italiane pubblichiamo lo scritto indirizzato dal massone “G.” ai giornalisti Gabriele Cruciata e Jessica Perra
Carissimi Jessica e Gabriele,
siamo giunti, infine, al traguardo! Sono stati mesi di collaborazione intensa, a tratti giornaliera, nei quali da completi “profani” vi siete sempre più immersi nella nostra realtà massonica, che rispecchia fedelmente gli enigmatici tempi in cui viviamo.

Quando da Notizie massoniche italiane mi hanno chiesto, simbolicamente, di “prendervi in consegna” (io novello Virgilio), sono stato subito attratto dalla prospettiva di confrontarmi con voi. Giovani – specialmente Jessica! – desiderosi di comprendere, di misurarsi con dinamiche e concetti difficili anche per massoni di vaglia… Ebbene, alla fine occorre affermare che ce l’abbiamo fatta!
Sento di poter dire che ci siamo progressivamente “fidati”, io di voi e voi di me, tanto che ne è venuta fuori una bella “squadra”.
Siete, in questo modo, entrati in contatto con il gotha della Massoneria italiana, forse come nemmeno ve lo sareste mai immaginato! Ed avete scoperto che non siamo tutti uguali. Esiste in Italia una Massoneria illuminata e legalitaria che non si sente relegata in un angolo, ma ha forza propositiva per combattere! Intendimento nel dare battaglia! Sui tanti punti e le tante vicissitudini che, purtroppo, ancora oggi ci condannano, come massoni, ad esser guardati con diffidenza, se non con malcelato disprezzo.
Il vostro articolo ha goduto di contributi autorevoli e importanti, e sono sicuro segnerà per voi una bella pagina professionale.
Stamattina mi avete chiesto di esternare le mie emozioni… Cosa avevo in animo a poche ore dall’uscita dell’articolo…
Noi di un’altra epoca della Massoneria, ritrovarci a fare il prologo di un articolo giornalistico! Non me lo sarei mai aspettato. Mai avrei immaginato, cinquant’anni anni fa, che quel giuramento sui nostri Sacri Strumenti un giorno mi avrebbe portato, come su un Nastro di Möbius, dall’altra parte. Ma è poi così? Sono davvero io ad essermi capovolto?
No. La realtà, infatti, è ben diversa: a capovolgersi è stato il nostro Ordine! Un tempo sorretto da uomini liberi e di buoni costumi, oggi è frequentato da cinici, da ipocriti, da assoggettati alla connivenza di regime, che non pemette dubbi, critiche, e impone solo fedeltà interessate e consensi cerchiobottisti al peggior comune denominatore.
Vedete… prima di iniziare la nostra collaborazione ho desiderato conoscere chi eravate. Così, cercando su internet mi sono imbattuto nei vostri volti. E vi ho visti: visi giovani e puliti. Tanto che, nel mio cuore, più amaro si è fatto sentire il peso del fallimento! Mi sono domandato cosa vi avessimo lasciato in eredità. Quale insegnamento… quale Tradizione…
Cosa ha lasciato al Grande Oriente d’Italia la classe dirigente massonica di cui ho fatto parte?
Tanti di noi molto hanno ricevuto dall’Ordine, salvo poi scordarsene nel momento più grave. Cosa siamo stati capaci di restituire, noi che abbiamo consegnato il G.O.I. a Gustavo Raffi e poi a Stefano Bisi? E ancora: nel momento più buio dell’Istituzione, perché abbiamo codardamente rinunciato ad indicare la via?
Intorno a me ho sentito soltanto silenzio. Chi poteva è sparito, e sul baratro nel quale è scivolata in questi ultimi vent’anni la Massoneria italiana sono volati gli avvoltoi.
Abbiamo fallito. Chi come me ne aveva la responsabilità non è stato all’altezza. Siamo stati spettatori e compartecipi del disastro. Abbiamo riempito i nostri templi di impresari, licenziando allegramente capomastri e architetti.
Ci siamo affidati ai manovali, che sono tanti e “pagano” meglio, e son pian piano spariti i bravi muratori. “Business is business“! E nel frattempo è crollato tutto, con noi dentro.
Jessica e Gabriele, grazie ancora, e di cuore, per quello che avete fatto.
G.