Dopo l’articolo del giornalista romano, apparso ieri sul Sole24Ore, il noto Canale Telegram circostanzia più nel dettaglio le accuse mosse alla SGLoM: “Il vostro è un metodo pericoloso di fare Massoneria”. In serata La Gran Loggia Regolare d’Italia risponde: “Da anni non autorizziamo riunioni di Logge SGLoM in Italia, e non siamo intenzionati ad autorizzarne in futuro”
Pubblichiamo la Nota apparsa ieri sul Canale Telegram Notizie massoniche italiane e il conseguente Appello al Grande Oriente d’Italia e alla Gran Loggia Regolare d’Italia, le due Obbedienze massoniche regolari, e riconosciute dalla Massoneria inglese, presenti nel nostro paese:
Grazie, dr. Galullo, per essere tornato oggi sulla questione SGLoM, con un articolo che dimostra il suo equilibrio, in questa delicata vicenda “maltese”, e la sua serietà di giornalista.
Ci permettiamo di rivolgerle questo pubblico apprezzamento, e contestualmente segnaliamo alcuni risvolti della faccenda che non costituiscono sottigliezze. Nella speranza che la Procura di Palmi ci possa leggere, perché li riteniamo utili.
Veda Galullo, la tesi sostenuta da Simon Cusens nell’articolo da Lei pubblicato non è condivisibile. E gliene spieghiamo subito le ragioni.
Cusens parla di “difesa della privacy maltese” e del suo diritto a riunirsi in Italia nei templi del GOI, con le sue Logge finte-maltesi fatte da italiani, senza discriminare le regioni – quindi le locations – meridionali. Ed aggiunge che egli difende la privacy massonica esattamente come ha fatto il GOI di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Allora: vorremmo dire a Simon Cusens che quando il Grande Oriente d’Italia difende il diritto alla privacy dei massoni italiani questo Canale difende la tesi del Grande Oriente d’Italia! Stiamo dunque dalla stessa parte? Nemmeno per sogno! Perché c’è una bella differenza…
Infatti, quando le Logge del GOI si riuniscono in Italia, nei propri templi, i relativi piedilista sono conosciuti integralmente sia al GOI sia ad ogni membro delle Logge stesse! La privacy, cioè, vale per l’esterno, non certo all’interno dell’Obbedienza massonica.
Molto differente la situazione delle Logge maltesi, fatte da italiani, che aprono i loro Lavori in italia! Perché i loro piedilista – dice Cusens: “per rispetto alla privacy maltese” – non sono conosciuti integralmente né dall’Obbedienza che li ospita (il GOI), né dagli affiliati a quelle Logge stesse, che però pretendono poi di aprire – con nonchalance – i loro Lavori amministrativi e rituali in Italia.
È questa, lo ripetiamo, onestamente e rispettosamente, una situazione che giudichiamo molto pericolosa. Soprattutto se la pretesa di aprire questi Lavori è sostenuta in regioni d’Italia dove non è questione… di “discriminazione”! Caro Cusens! Ma di assolute evidenze. E ci permettiamo di affermarlo con grande forza e chiarezza.
Noi vorremmo che il GOI ospiti nei suoi templi massoni conosciuti. Almeno alla sua Gran Segreteria! E con pec. Chiediamo tanto? Siamo per questo fuori dal mondo? No.
Siamo dei sensazionalisti, Cusens? Come ci accusi tu. No caro Cusens, non siamo affatto dei “sensazionalisti”! Siamo semplicemente molto realisti.
A noi questo vostro modo di far Massoneria in giro per il mondo, con queste Logge che vanno e vengono a fare affiliazioni in tutta Europa non ci piace. In Italia esiste la libertà di poterlo affermare, e noi di tale libertà ci avvaliamo. Tu da Malta hai per caso qualcosa in contrario?
Non aggiungiamo altro. Il resto ce lo dirà la Procura di Palmi.
Con rispetto per tutti.
Notizie massoniche italiane
A questa Nota è poi seguito l’Appello:
Come sintesi: CHIEDIAMO AI DUE GRAN MAESTRI DEL GOI E DELLA GLRI, STEFANO BISI E FABIO VENZI, DI NON AUTORIZZARE PIÙ RIUNIONI IN ITALIA DI LOGGE MALTESI DELLA SGLOM CHE NON METTANO I PROPRI PIEDILISTA A DISPOSIZIONI DEGLI AFFILIATI E DELL’OBBEDIENZA EVENTUALMENTE OSPITANTE.
A tale Appello ha prontamente risposto una fonte ufficiale della Gran Loggia Regolare d’Italia, che ha puntualizzato: “La Gran Loggia Regolare d’Italia da anni non autorizza più riunioni di Logge maltesi in Italia. Inoltre, proprio in virtù delle indagini in corso presso la Procura di Palmi, non è intenzione della Gran Loggia Regolare d’Italia autorizzarne in futuro“.